giovedì 1 maggio 2014

Schegge di Istanbul, moschea di Eminonu

La moschea con la sua architettura, i suoi colori, le sue forme ,doveva richiamare, come detto, l'idea del paradiso, il settimo cielo ultraterreno nel quale il fedele trovava pace sfuggendo al caldo sole , al vento, all'arsura.
La cultura musulmana esalta l'acqua per i suoi tanti significati, per la sua forza salvifica sia a livello fisico che spirituale.
I colori della moschea richiamano sempre la dominante azzurra e quella verde.
Azzurra come il cielo, luogo della trascendenza, come l'acqua elemento vitale e purificatore.
L'acqua da la vita e purifica il corpo e, per simbolismo, anche l'anima.
Il suo rumore, il suo allegro canto nello scorrere è sempre presente nei grandi palazzi in stile arabo.
In Andalusia avevo già incontrato questo elemento di grande forza e suggestione, celebrato e proposto in tutte le sue possibili declinazioni.
Nelle moschee non viene mai raffigurata alcuna immagine umana, non esistono iconografie classiche che raffigurino uomini o divinità, questo perché nessuna immagine umana può concorrere con quella dell'Assoluto, Allah, che è una entità così perfetta ed alta anch'essa da non venire mai raffigurata dal fedele, l'uomo non ha alcuna possibilità di descrivere o raffigurare tanta perfezione.
Per questo motivo gli ornamenti sono sempre elementi geometrici o figure astratte ed i colori sono così importanti sia perché appunto rappresentano l'unico modo di abbellimento e decorazione , sia perché devono ricordare il cielo ed il verde della vegetazione lussureggiante del Paradiso.
Per popoli abituati all'accecante colore della sabbia e del sole, a terre dove l'acqua è un bene prezioso e raro il verde lussureggiante della vegetazione è un altro motivo onirico di vicinanza con uno spazio speciale e trascendente come quello della moschea e della preghiera, un vero paradiso in terra.


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